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TECA 3 - AVVENIMENTI IN TIBET

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In questa vetrina abbiamo una serie di documenti che partono dalla fine del ‘800 fino ai primi decenni del ‘900. 

 

I documenti che troviamo sulla sinistra raccontano di un incarico che il Dalai Lama da per restaurare il grande thangka che veniva esposto durante il capodanno tibetano fuori dal Potala. Tale thangka misura almeno 30 m in lunghezza, gigantesco considerato il fatto che i thangka sono di solito di dimensioni molto più piccole.

 

Il thangka è uno stendardo buddista dipinto o ricamato, appeso in un monastero o su un altare di famiglia e portato in processione da lama o da fedeli. Il Thangka è un tipo di dipinto realizzato su una superficie piana, ma che può essere arrotolato quando non ne è richiesta l'esposizione.

 

Per i buddisti questi dipinti religiosi tibetani presentano una bellezza ritenuta una manifestazione del divino.

 

Tutti i monasteri festeggiano il capodanno esponendo questo grande thangka. 

 

Nella parte centrale della teca troviamo una pergamena nella quale viene segnalato il ritrovamento del VIII Panchen Lama (la seconda carica religiosa più importante dopo il Dalai Lama). Quella che si trova in questa teca è la documentazione della ricerca che è stata fatta per trovarlo.

 

La scritta in rosso indica il nome del bambino ritrovato.

 

Troviamo poi un’altra pergamena che è un documento che parla di avvenimenti tra monasteri.

 

Sempre in questa teca troviamo un’interessante lettera in hindi che reca i sigilli del Potala, datata 1911. Tale lettera è il rapporto inviato dall’ambasciatore nepalese a Lhasa al primo ministro del Nepal.

 

L’ambasciatore descrive la situazione del Tibet, ripetutamente occupato (prima nel 1904 dagli inglesi, poi nel 1910 dai cinesi, per finire con la guerra tra cinesi e tibetani nel 1913)

 

Troviamo poi un testo del 1904 dove fa possiamo vedere il carattere ufficiale utilizzato nelle lettere formali.

 

Sopra la teca troviamo appeso un rettangolo di stoffa ricamato. Questo reperto è la prima volta che viene esposto, e si tratta probabilmente della parte finale dell’abito dell’imperatrice Cixi, imperatrice madre dell’ultimo imperatore cinese.

 

Tale abito si rifà allo stile Tibetano. In Cina venivano esportate le manifatture tibetane e il motivo ricamato sulla gonna (che si trova anche su molte porte tibetane), lo dimostra. Tale abito contiene gli 8 simboli di buon auspicio tibetani, il tessuto è seta gialla su seta gialla con ricami su seta. Un pezzo molto prezioso.

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